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Banca Popolare di Sondrio Distribuisce dividendo alle azioni proprie La “Banca d’Italia” l’ha autorizzata? 21/04/2003 - batch aggiornato il 10/07/2004
Cari navigatori del nostro sito la vicenda che Vi stiamo per raccontare e soprattutto documentare ha dell’incredibile. Leggete e rimarrete anche Voi increduli come lo siamo stati noi. E’ opportuno ricordare che la Banca Popolare di Sondrio aveva convocato l’assemblea senza rispettare i termini stabiliti dal DM 437 del 5 Novembre 1998 (vedere Banca Popolare di Sondrio – La normativa è un optional? e quello successivo Banca Popolare di Sondrio – La normativa è un optional? – Seguito, che potete trovare nella sezione Archivio). Dopo l’assemblea, che desideriamo ricordare si è tenuta il 01 marzo 2003, inutile chiedere alla Società l’invio del verbale in quanto, come abbiamo appreso dalle puntate precedenti, nulla invia, bisogna attendere almeno 7 (sette) giorni, tempo massimo stabilito dalla Consob per depositare il verbale presso la Borsa Italiana SpA, e quindi recarsi in Borsa per poter esaminare il verbale e poter andare a farsi una copia. La cosa però non è così semplice come appare, infatti una volta recatesi in Borsa bisogna vedere se il verbale è già arrivato in archivio, se non lo è (per il semplice fatto che le Società spesso e volentieri inviano solo una copia, cosa che puntualmente viene fatta dalla Banca Popolare di Sondrio), bisogna che la gentile ed efficiente Signorina addetta (non facciamo il nome onde evitare che data la Sua disponibilità e cortesia verso gli utenti la spostino o addirittura la licenzino) si dia da fare per cercarlo in Segreteria (ai piani superiori). Una volta appurato che, come è capitato a noi, non risulti perché non è stato ancora registrato, bisogna attendere qualche giorno e quindi ritornare. Una volta che si sia trovato il verbale e che, finalmente, sia giunto in archivio o si arriva con la propria fotocopiatrice portatile, ovviamente a batteria, oppure bisogna uscire ed andare a cercare una copisteria per poter far fare le fotocopie. E si perché nonostante un centro stampa efficientissimo (non vi raccontiamo che macchine sofisticate ci siano) non è possibile far fare, dietro ovvio pagamento, delle fotocopie. Come si può ben capire, la Borsa Italiana SpA che predica e cerca di imporre il Codice di Autodisciplina dove fra le altre cose c’è un paragrafo intero per i rapporti con gli azionisti e soprattutto facilitare la loro partecipazione ben difficilmente attua quello che predica, hanno fatto proprio il motto: “Fate come Vi dico e non fate come faccio” . Finalmente si riesce a leggere il verbale e cosa si scopre? Si scopre che è stato deliberato, a riguardo della ripartizione dell’utile, quanto segue: «omissis» b) di determinare in euro 0,19 (zero virgola diciannove) il dividendo da assegnare a ciascuna delle n. 137.566.064 (centotrentasettemilionicinquecentosessanta seimilasessantaquattro) azioni in circolazione al 31 dicembre 2002 e aventi godimento 1 gennaio 2002, con trasferimento alla riserva statutaria dell'ammontare dei dividendi delle azioni proprie eventualmente in carico il giorno lavorativo antecedente quello dello stacco, per un importo complessivo di euro 26.137.552,16 (ventiseimilionicentotrentasette-milacinquecentocinquantadue virgola sedici); «omissis» Ovviamente viene il dubbio che abbiano modificato, senza dire nulla a nessuno, il codice civile ed andiamo a vedere se l’articolo 2357-ter è sempre lo stesso (ovviamente con un codice civile aggiornato) e scopriamo che così cita: Articolo 2357 ter - Disciplina delle proprie azioni Gli amministratori non possono disporre delle azioni acquistate a norma dei due articoli precedenti se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni. Il diritto di voto è sospeso, ma le azioni proprie sono tuttavia computate nel capitale ai fini del calcolo delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea. Una riserva indisponibile pari all'importo delle azioni proprie iscritto all'attivo del bilancio deve essere costituita e mantenuta finché le azioni non siano trasferite o annullate A questo punto non resta che attivare il Collegio Sindacale, pensando chiaramente che la cosa sia sfuggita, quindi viene inviata la seguente lettera: 23 marzo 2003 Mitt. «omissis» RACCOMANDATA RR Spett.le Collegio Sindacale Banca Popolare di Sondrio Scrl Piazza Garibaldi 16 23100 SONDRIO SO Fax 0342 - 528446 Oggetto: Denuncia in base all'art. 2408 c.c.. La presente per denunciare al Collegio Sindacale in base all'art. 2408 del c.c. dei fatti che ritengo censurabili: L'assemblea del 1 marzo 2003, su proposta del Consiglio di Amministrazione e con il parere favorevole del Collegio Sindacale, ha deliberato la distribuzione del dividendo per l'importo di Euro 0,19 anche alle azioni proprie in portafoglio, infatti così cita il verbale al riguardo: "........ con trasferimento alla riserva statutaria dell'ammontare dei dividendi delle azioni proprie eventualmente in carico il giorno lavorativo antecedente quello dello stacco ......" Tale fatto in maniera esattamente identica (tranne che per l'importo del dividendo) è avvenuto anche nelle assemblee del 2 marzo 2002 e 2 marzo 2001. Ritengo grave tale fatto in quanto la normativa vigente stabilisce che "Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni" Articolo 2357-ter del Codice Civile. Vi invito anche a verificare se la Società ha contabilizzato il credito d'imposta per i dividendi delle azioni proprie. Inoltre V'invito a verificare se in occasione dell'aumento di capitale deliberato dall'assemblea straordinaria del 03 marzo 2001 sono state assegnate azioni alle azioni proprie e se la società ha sottoscritto azioni in forza dell'aumento di capitale. Anche tale fatto deve essere considerato quale denuncia di fatti censurabili a norma dell'articolo 2408 del c.c.. V'invito anche a comunicarmi quante azioni proprie la Società aveva in carico il giorno dello stacco della cedola relativa al pagamento del dividendo negli ultimi tre anni e quante azioni proprie erano presenti al momento dell'aumento del capitale. Per quanto sopra Vi invito a provvedere per quanto di Vostra competenza. La presente viene anticipata via fax. In attesa di un Vs. sollecito riscontro in merito porgo distinti saluti. Il Socio «omissis» Non avendo ricevuto alcuna risposta da parte della Consob alla precedente lettera (vedere Banca Popolare di Sondrio – La normativa è un optional?), si approfitta oltre che per lamentare la mancata risposta per informarli anche di questo fatto, in quanto, poverini, con tutto quello che hanno da fare certamente la cosa è sfuggita: Mitt. «omissis» 22 marzo 2003 RACCOMANDATA RR Spett.le CONSOB Presidente Dott Spaventa e Ufficio Vigilanza e Ufficio Esposti Via G. B. Martini 3 00198 ROMA RM Oggetto: Banca Popolare di Sondrio - assemblea del 1 marzo 2003. Sollecito risposta, ulteriore esposto ed invio documentazione. Facendo seguito alla mia RR del 15 febbraio 2003 a cui non ho avuto alcuna risposta, la presente, oltre che per sollecitare una risposta in merito, per esporre il seguente nuovo fatto: come si evince dal verbale assembleare del 01 marzo 2003, l'assemblea su proposta del Consiglio, ha deliberato il dividendo attribuendo l'importo di Euro 0,19 anche alle azioni proprie in portafoglio, infatti così cita il verbale al riguardo: "........ con trasferimento alla riserva statutaria dell'ammontare dei dividendi delle azioni proprie eventualmente in carico il giorno lavorativo antecedente quello dello stacco ......" Tale fatto in maniera esattamente identica (tranne che per l'importo del dividendo) è avvenuto anche nelle assemblee del 2 marzo 2002 e 2 marzo 2001. Ritengo grave tale fatto in quanto la normativa vigente stabilisce che "Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni" Articolo 2357-ter del Codice Civile. Ne approfitto della presente per inviarVi in allegato la risposta alla mia denuncia ex art. 2408 c.c. inviata al Collegio Sindacale riguardante la mancata applicazione dell'Articolo 1 comma 1 del D.M. 5 novembre 1998, n. 437. Vi informo che ho già dato mandato al mio legale di impugnare detta assemblea al solo fine di fare chiarezza sul punto, mi auguro che ci sia un intervento della Consob (eviterei così di dovermi sostituire alla Consob facendo una causa legale). Secondo il modesto parere del sottoscritto ritengo che troppo spesso dei semplici risparmiatori devono rivolgersi all'Autorità Giudiziaria, per vedere riconosciuti dei diritti che la Consob stessa, lautamente retribuita e predisposta a ciò, avrebbe dovuto tutelare. La presente pur essendo inviata a tre destinatari viene inviata in una sola copia con preghiera di fare le altre copie da consegnare agli altri destinatari. Con preghiera di provvedere per quanto di Vs. competenza, senza troppe speranze, chiedoVi di dare riscontro alla presente. In attesa di una Vs. risposta in merito, colgo l'occasione per porgere distinti saluti. Il Socio Banca Popolare di Sondrio «omissis» All.to: n. 1 (un) foglio, lettera del 20 febbraio 2003 del Presidente Collegio Sindacale Banca Popolare di Sondrio. Grande è stato lo stupore nel vedersi recapitare e quindi leggere la risposta del Collegio Sindacale che qui fedelmente riportiamo: RACCOMANDATA A.R. Sondrio, 31 marzo 2003 Egregio Signore «omissis» Oggetto: denuncia in base all'art. 2408 c.c. Riscontro, anche a nome degli altri due membri di questo Collegio sindacale, la Sua lettera del 23 ultimo scorso, recante la denuncia in base all'art. 2408 c.c. di fatti ritenuti censurabili. Il motivo della contestazione è riposto nella deliberazione dell'Assemblea dei soci, riunitasi in via ordinaria il 1° marzo corrente anno per l'approvazione del bilancio d'esercizio 2002, concernente la distribuzione del dividendo, per l'importo di € 0,19, anche alle azioni proprie in portafoglio, con trasferimento alla riserva statutaria dell'ammontare dei dividendi delle azioni proprie eventualmente in carico il giorno lavorativo antecedente quello dello stacco. Fatto che Lei ritiene grave in quanto la normativa vigente (art. 2357‑ter del c.c.) stabilisce che finché le azioni restano in proprietà della società il diritto agli utili e i diritti di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni. Preciso anzitutto che questa banca, in forza della sua caratteristica di cooperativa, in materia di acquisto di azioni proprie, si attiene all'art. 2522 del c.c., il cui disposto, anche se in forma lineare ma senza riferimenti ad altri articoli, è richiamato in modo esplicito dall'art. 21 del vigente statuto. Inoltre, all'art. 59, sempre dello statuto, è stabilito che i dividendi delle azioni proprie presenti nel portafoglio della banca vengano attribuiti alla riserva statutaria. Trattandosi, quindi, di distribuzione di utili di bilancio, l'Amministrazione si è sempre munita dell'approvazione dell'Assemblea dei soci e con l'attribuzione di siffatti dividendi alla riserva statutaria viene a cadere la possibilità di utilizzi del credito d'imposta. Per completezza, soggiungo che quest'anno il fondo acquisto azioni era a zero il giorno antecedente lo stacco; io scorso anno nel fondo erano giacenti n. 50.000 azioni; mentre nel 2001 le azioni erano n. 832. Quanto all'esercizio del diritto di opzione sulle azioni proprie in portafoglio, la questione non si pone, posto che in occasione dell'ultima operazione sul capitale il fondo acquisto azioni non risultava utilizzato. Circa l'applicazione a banche cooperative dell'art. 2357 del c.c., invece che dell'art. 2522 del c.c., non mancano pareri discordanti, ma è autorevolmente prevalsa la tesi che la disciplina dell'art. 2357‑ter si applica alle cooperative solo nel caso di assenza di una espressa delibera assembleare o di una specifica previsione statutaria. Come sopra indicato, tali previsioni nello statuto della banca che, ovviamente, ha ottenuto il previo, prescritto nulla osta da parte della Banca d'Italia ‑ sono espresse in modo inequivocabile. Preciso, infine, che l'Amministrazione ha sempre richiesto e ottenuto l'approvazione dell'Assemblea per la determinazione dell'importo del fondo acquisto azioni proprie, a disposizione del Consiglio per acquisti e vendite di azioni sociali a prezzi di mercato entro i limiti del predetto importo e della parte di esso che si renda via via disponibile per successive vendite delle azioni acquistate. Il comportamento della banca, con riguardo all'argomento in discorso, è da ritenersi in perfetta aderenza alle norme statutarie. Le porgo distinti saluti. per il Collegio sindacale della Banca Popolare di Sondrio Il presidente (Egidio Alessandri) Il Collegio Sindacale, ci sembra anche giusto, anziché andare al succo del problema (distribuzione del dividendo anche alle azioni proprie) ci spiega il problema dell’acquisto delle azioni proprie (e chi ha mai contestato ciò???), ma, interessantissimo, ci informa che nulla abbiamo da lamentarci in quanto è ben previsto nello statuto e precisamente all’articolo 59 che venga elargito il dividendo anche alle azioni proprie. E che non ci passi nemmeno per l’anticamera del cervello di pensare che ciò, palesemente in contrasto con norme inderogabili di legge, non sia più che corretto infatti (così cita la lettera) … tali previsioni nello statuto della banca che, ovviamente, ha ottenuto il previo, prescritto nulla osta da parte della Banca d'Italia ‑ sono espresse in modo inequivocabile. Ecco perché abbiamo sottotitolato: La “Banca d’Italia” l’ha autorizzata? A questo punto non è rimasto che sentire cos’ha da dire la “Banca d’Italia”, probabilmente con la “devolution” e il “federalismo” hanno fatto una legge ad hoc per la Banca Popolare di Sondrio ed è pertanto che è stata inviata la seguente lettera alla Banca d’Italia: Mitt. «omissis» 14 Aprile 2003 RACCOMANDATA RR Spett.le BANCA D'ITALIA Ufficio Vigilanza Via Nazionale 91 00184 ROMA RM Oggetto: Banca Popolare di Sondrio - esposto/denuncia. L'assemblea della Banca tenutasi il 01 marzo 2003, su proposta del Consiglio, ha deliberato il dividendo attribuendo l'importo di Euro 0,19 anche alle azioni proprie in portafoglio, infatti così cita il verbale al riguardo: «........ con trasferimento alla riserva statutaria dell'ammontare dei dividendi delle azioni proprie eventualmente in carico il giorno lavorativo antecedente quello dello stacco ......» Tale fatto in maniera esattamente identica (tranne che per l'importo del dividendo) è avvenuto anche nelle assemblee del 2 marzo 2002 e 2 marzo 2001. L'articolo 2357-ter del Codice Civile così stabilisce «Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni». Alla mia denuncia ex art. 2408 c.c. inviata al Collegio Sindacale, mi venne risposto che ciò era possibile e legittimo in quanto lo statuto prevede tale fatto e che lo stesso (statuto) «ha ottenuto il previo, prescritto nulla osta da parte della Banca d'Italia» Non credo che la Banca d'Italia, sempre molto attenta alle disposizioni di legge, si arroghi il potere di rendere una norma «inderogabile» (art. 2357-ter del c.c.) inefficace nei confronti di una Banca. Per Vs. opportuna conoscenza Vi informo che da una rapida ricerca ho appurato che nessuna Banca Popolare con azioni quotate nei mercati regolamentati ha una clausola statutaria che preveda ciò. Al di la che qualsiasi norma prevista negli statuti che sia in contrasto con norme inderogabili di legge è nulla ed inefficace. PregoVi pertanto provvedere per quanto di Vs. competenza. Ovviamente, avendo dovuto essere molto conciso nell'esposizione, mi dichiaro disponibile a fornirVi ogni delucidazione che riterrete opportuna e non ultimo a fornirVi tutta la documentazione (cartacea) che attesta quanto sopra dichiarato. In attesa di Vs. comunicazioni al riguardo colgo l'occasione per porgere cordiali saluti. Il Socio Banca Popolare di Sondrio «omissis» Alla data odierna nessuno ha ancora risposto, certamente la Consob si guarderà bene dall’intervenire, riponiamo invece delle speranze per la Banca d’Italia. Come al solito Vi informeremo sugli sviluppi, e per il momento rimaniamo increduli e senza parole!!! Vogliamo però ricordare a tutti che il Collegio Sindacale è composto da: Egidio Alessandri – Presidente del Collegio Sindacale Piergiuseppe Forni e Roberto Schiantarelli - Sindaci Effettivi Lasciamo a Voi, carissimi navigatori, ogni commento ed ogni considerazione al riguardo. Alla prossima. Carlo Fabris categoria: Le Società ... fatti e misfatti | fonte: propria |
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