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Pensieri in libertà sulla New Economy di Carlo Fabris Facili guadagni o nuova strategia per tosare il "gregge"? 10/07/2004 - batch Qualcuno, non ricordo più chi, ha scritto che almeno il 50% delle società della cosiddetta "new economy" che si sono affacciate al mercato, nel volgere di pochi anni saranno destinate a scomparire.
Credo di poter, oltre che condividere tale affermazione, dichiarare che anche l'estensore di questi "pensieri in libertà" da subito aveva fatto tale analisi e senza addentrarsi in disquisizioni prettamente economiche e di sviluppo, di analisi sul progetto industriale delle varie società, bastava usare un'altra cartina, che per il sottoscritto è fondamentale, che è quella della trasparenza: se c'è trasparenza c'è garanzia che chi opera è in buona fede e pertanto il progetto industriale che sta alla base, se è valido, risulterà vincente; se non c'è trasparenza ci sono serie possibilità che chi opera non sia perfettamente in buona fede e il progetto industriale non sia valido e risulterà perdente con tutte le conseguenze del caso. Ovviamente tali considerazioni sono di carattere generale e le varie eccezioni non fanno altro che confermare la "regola". Empiricamente si possono usare una serie di analisi (molto rapide) dal sottoscritto chiamate impropriamente "cartine di tornasole" in omaggio ai vecchi studi di chimica. Mi fermerò, per il momento, a due aspetti delle analisi "empiriche" che si possono fare. Il primo è verificare se all'atto del collocamento anche i soci proprietari immettono nel mercato parte delle loro azioni e pertanto realizzano cospicue plusvalenze (vendono parte di quello che pochi mesi prima hanno acquistato moltiplicato per 100 o 200 incassando molto di più di quello che hanno sborsato e rimanendo proprietari del bene, anche se non in modo assoluto), diventando improvvisamente ricchi personalmente, in ossequio al nuovo "Dio" che è il "Dio Denaro". Il secondo è verificare come reagiscono quando si chiedono informazioni o documenti "dovuti" nel momento in cui sono approdati al "mercato" collocando le azioni. Posso affermare, avendolo fatto personalmente, che almeno l'80% risponde male dando l'impressione che pensino che andare sul mercato significhi incassare i quattrini del "gregge" (per poi tosarlo, come accade spesso in borsa) e poi continuare a fare quello che vogliono, senza controlli. Se poi, come avviene, chi è preposto e dovrebbe controllare anche questi aspetti si guarda bene dal farlo, preoccupato com'è nel perseguire i nuovi "dei" che sono il "Dio Denaro" ed il "Dio Potere", è il massimo della garanzia per il risparmiatore. Per il momento ci fermiamo qui attendendo che i visitatori del nostro sito ci inviino loro considerazioni, loro esperienze, loro fatti accaduti. Carlo Fabris categoria: Le Società ... fatti e misfatti | fonte: citazione |
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