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ARTICOLO |
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Mozioni d'ordine Lavorwash chiama la Ps per regolare le assemblee 10/07/2004 - batch MILANO * Non erano in tanti, ieri, all'assemblea dei soci della Lavorwash (-19,6% dal collocamento). Anzi, erano solo in due: il rappresentante dell'azionista di maggioranza, la Zenith spa che detiene il 62,5% delle azioni, e un socio con 500 titoli che si è sobbarcato di un viaggio di due ore per raggiungere Pegognaga, dove si teneva l'assemblea.
I due unici azionisti presenti, se si escludono gli amministratori della società (ma mancava il presidente, Giancarlo Lanfredi, ndr), sono riusciti a votare in maniera del tutto opposta: il rappresentante della Zenith ha approvato il regolamento sulle assemblee ordinarie e straordinarie proposto, il piccolo socio ha votato contro. Per quest'ultimo, la giornata nel mantovano non è stata certo di quelle da ricordare. L'assemblea, infatti, ha approvato a maggioranza - tra le altre misure - un regolamento che prevede come un azionista possa parlare in ordine agli argomenti assembleari per un tempo non inferiore a cinque minuti e non superiore a dieci minuti “salvo un'eventuale replica di durata non superiore a cinque minuti”. Insomma, l'azionista deve parlare a mitraglia e adeguarsi. Ma cosa può fare se il presidente della Lavorwash chiama la polizia? Il testo infatti lo prevede. L'articolo 19.1 del Regolamento recita così: “Nel caso in cui una o più persone intervenute a qualsiasi titolo all'assemblea impediscono il corretto e regolare svolgimento dei lavori, il presidente gli intima di comportarsi in conformità al contenuto del Regolamento”. Ma la mazzata arriva al punto successivo: “Qualora l'ammonizione risulti vana, il presidente dispone l'allontanamento delle persone già ammonite dai locali ove si svolge l'assemblea per tutta la durata della discussione, avvalendosi di incaricati della società del servizio d'ordine, ovvero, se del caso, delle forze di P.S.”. Insomma, gli azionisti Lavorwash troppo prolissi e un po' casinisti è meglio che stiano a casa, tanto possono votare anche per corrispondenza. Come deciso sempre nell'assemblea dei due soci. Ma rimane una curiosità: e se il socio maleducato si chiamasse Banca Intesa? Vincenzo Del Giudice categoria: Rassegna Stampa e Servizi | fonte: Da “Il Sole 24 Ore” di mercoledì 8 novembre 2000 |
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